Di ritorno dall’Uruguay

Non è per niente facile esprimere a parole un’esperienza dell’anima che ha radici nella vita vissuta.

La mia vita è stata spesso costellata da momenti di grande dolore. Sono più che mai convinta che le sofferenze sono state una “grazia speciale”, perché hanno rafforzato la mia fede. Oggi più che mai posso ripetere con  profonda gioia le parole  del canto: “La mia anima canta la grandezza del Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore…. la mia gioia è nel Signore che ha fatto grandi cose in me”.

Dal 2012, e precisamente nel corso del convegno di formazione, noi Comi abbiamo messo a fuoco un aspetto della nostra vocazione: “Essere Nuove Maria di Nazareth”. Da quel momento ho sentito che Dio mi chiedeva un salto di qualità: essere Nuova Maria di Nazareth.  Il cammino di perfezione ( come si legge anche nella vita dei santi) è costellato di tante prove. Così è stato per me.

Non tutte sono state superate, ma mi sono chiesta: se Maria fosse ora al mio posto, cosa farebbe? Ho avvertito una voce interiore: “ Adesso è il momento, vai dalle tue sorelle che sono in Uruguay “. Questo è coinciso, nella storia dell’istituto in Uruguay, con un bisogno reale di presenze manifestatosi in seguito all’apertura della missione in Argentina. Quindi, come, in un sogno, mi sono ritrovata il 2 novembre a partire per Montevideo.

Sono partita con nel cuore in compagniala certezza che andavo a fare casa, e così è stato. Non ho fatto prediche, non ho tenuto incontri, ma mi sono sentita sempre al posto giusto, e, con nel cuore tanto amore da dare alle persone che ho incontrato.

Ho messo a frutto i talenti che il Signore mi ha dato: il piacere della cura dell’ambiente casa, il gusto per la buona cucina (non solo come buongustaia, ma anche come cuoca ).

L’esperienza di vita di gruppo è stata speciale; con Andreina, poi, il più delle volte non dovevamo dirci le cose perché ci capivamo guardandoci negli occhi. Ho sperimentato che la vita insieme, con questa qualità, ti fa sentire in paradiso.

Spesso mi sono chiesta, ricordando l’invito che ci rivolgeva p. Liuzzo, : “ In questo momento, cosa farebbe Maria se fosse al mio posto?”. E, come per magia,  l’atto che compivo era un atto d’amore per l’altra/o.

Il mio stare ha portato una novità anche nella delegazione dei nostri fratelli oblati. Ho sentito forte la loro accoglienza, e, da parte mia, ho sentito che Maria mi diceva: “ questi sono miei figli prediletti, diglielo tu che li voglio per sempre con me”.

La preghiera per loro si è fatta più intensa. Credo che noi tutte dobbiamo sentire forte questa responsabilità, che fa parte della nostra vocazione: “Essere Nuove Maria di Nazareth” anche per loro.

Ho preparato loro per i nostri fratelli cose buone da mangiare; a tavola si fa famiglia e quando il cibo è stato preparato con amore si sente ed è anche più saporito. Tutti mi hanno detto: “con chi dobbiamo parlare per farti tornare”. Ed io ho risposto: “se Dio vorrà, tornerò”.

Ora posso dire che questa mia permanenza, non a caso, è stata contrassegnata dalla presenza continua di Maria. Appena arrivata, ho partecipato con Andreina e la parrocchia del Cerro al pellegrinaggio a Florida al Santuario della Virgen de Los Treinta Y Tres ( patrona dell’Uruguay). In questo paese, da tutto definito secolarizzato, ho visto quanto amore ha questo popolo per Maria. Siamo tornate al Santuario di Florida nel corso degli esercizi spirituali. Stavolta eravamo da sole, abbiamo celebrato la messa ai piedi dell’altare della Virgen. Un emozione forte. Grazie Maria!!!!!!

Il tema del ritiro è stato : “Apprendere la fede della Madre di Dio”.

Il tabernacolo della parrocchia di San Rafael : l’Immacolata con la scritta “Ianua Coeli “

Negli ultimi giorni, Isa ed Andreina mi hanno chiesto se c’era qualcosa che desideravo perché volevano farmi un regalo. Inizialmente avevamo deciso che saremmo andate in centro al Mercado de RientroLos Artesanos. Ma, andando alla messa nella parrocchia di Isa, il venerdì prima di partire, vedendo l’immagine della Virgen de Los Treinta y Tres, ho pensato che non potevo tornare in Italia senza portare con me una sua effige. Uscendo ho comunicato loro questo mio pensiero, ed Isa ha chiesto al suo parroco dove potevamo trovarla a Montevideo. Ci ha detto che sicuramente l’avremmo trovata al Santuario della Grotta di Lourdes. Così sabato mattina siamo andate. Al negozio di articoli sacri del santuario abbiamo preso la statuetta; poi ci siamo incamminate verso la Grotta. Riproduzione della Grotta di Lourdes, ci siamo sedute e abbiamo pregato il secondo mistero della gioia ( in quel momento, tutte eravate con noi, anche p. Liuzzo e l’oasi celeste). Grazie Maria!!!!

Nel pomeriggio di sabato, dovevamo decidere se andare alla messa in parrocchia o al “Gran Rosario de Benediciones para la Familia”. Quest’ultimo è un momento di preghiera che è arrivato alla settima edizione. Andreina era preoccupata per me, perché c’era da stare in piedi per molto tempo, ma, dopo aver ricevuto anche l’invito di p. Peppino Palumbo che andava in macchina, abbiamo deciso di andare. Appena arrivate, già si vedeva che c’era tantissima gente, ma, quasi per miracolo, abbiamo trovato anche i posti a sedere. Lo spettacolo che i miei occhi hanno visto, lo definirei unico. Preghiere, canti rivolti alla nostra Mamma invocata col titolo di Regina della Pace, e quando è arrivata l’effige portata a spalle da uomini con un foulard azzurro, si sono formati due cordoni umani composti da ragazzi e ragazze anche loro con il foulard azzurro. E la preghiera del Rosario è durata circa due ore. Ho pianto, e ancora una volta mi sono detta: in un paese definito secolarizzato i cristiani cadono ai piedi di Maria. Sulla rambla di Montevideo eravamo più di 1000 persone. Momento di paradiso.
Grazie, Maria!!!!!

Dimenticavo: il sorriso che parte dal cuore parla di Dio.

E mi viene in mente la Madonna del Sorriso.

Concludo così, questa mia condivisione, non so se sono riuscita a parteciparvi tutto il vissuto, ma vi assicuro che è un tesoro prezioso che, ormai, fa parte della mia storia

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