La Quaresima, un viaggio – 1

Il viaggio: una delle più belle metafore della vita, che inizia con la nascita e prosegue tra mille avventure, alti e bassi, luci ed ombre, dolori e gioie, per terminare non con la morte, ma oltre di essa, nel Paradiso.

La stessa vita cristiana è un viaggio, al punto che il libro degli Atti degli apostoli la chiama semplicemente “la via”. Essa inizia nel momento in cui Gesù si rivolge a ognuno di noi, a me, a te e, dopo averci guardato e amato personalmente, ripete l’invito, come già ai primi discepoli: “Seguimi!”. Ci ritroviamo così a camminare dietro a lui, con lui che è “la Via”.

La Quaresima è un segno particolare di questo nostro cammino dietro a Gesù, fino alla piena identificazione con lui.

Sant’Eugenio de Mazenod, scrivendo ai suoi fedeli di Marsiglia, ricordava che proprio questo è il senso della Quaresima: “Il suo scopo è soprattutto disporre le anime a partecipare al grande mistero della risurrezione dell’Uomo-Dio, conducendole sulla via penitente e dolorosa da lui stesso tracciata, facendole salire con lui sul Calvario e scendere spiritualmente con lui nel sepolcro, per rinascere con lui alla vita nuova che ci ha acquisito con la vittoria sull’inferno, sul peccato e sulla morte (…). Saremo così altri lui, vivendo, soffrendo e morendo con lui nel giorno passeggero delle sofferenze e degli scandali, risorgendo, trionfando e regnando con lui nel giorno eterno della gloria.

Papa Francesco sembra fargli eco: “La Quaresima è un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di Risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte”.

Dove ci porterà il cammino di questa Quaresima?

Il cammino intrapreso da Gesù aveva una meta ben precisa: doveva raggiungere Gerusalemme e là, sulla croce, avrebbe dato la vita per l’umanità intera, mostrando quando Dio ama il mondo. Non ha tuttavia atteso l’ultimo momento per donarsi interamente; ogni istante del suo pellegrinaggio sulla terra è stato un atto d’amore: ha accolto e curato gli ammalati, ha percorso città e villaggi donato parole di sapienza, ha cercato e perdonato i peccatori, ha lavato i piedi ai discepoli…

L’apostolo Paolo pensava a lui quando, scrivendo ai cristiani di Efeso, li invitava a “camminare nell’amore, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi” (Ef 5, 2). Gesù è il modello di come si vive e di come si muore. Egli dà il senso al viaggio della vita: lungo in nostro cammino abbiamo una cosa da fare: amare come lui ci ha amati. Ecco dove ci porta il cammino dietro a Gesù.

Potremo mai dire di essere arrivati? No, perché dovremo giungere ad amare con la misura stessa con la quale Egli ha amato: fino a dare la vita, un cammino che non ha fine. “Camminate” è un invito a non fermarci mai, a crescere, a migliorare. L’amore domanda di non incupirci mai nella routine, di non illanguidirci nella stanchezza, ma di restare sempre vigili, attenti, premurosi, creativi, per escogitare sempre nuove espressioni per amare le persone con le quali viviamo ogni giorno.

Buon viaggio!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *